giovedì 26 maggio 2011

Forma Urbis: Sforzinda

Sforzinda è forse il primo progetto di città rinascimentale concepita secondo un disegno unitario e dettagliato in ogni sua parte.
L'architetto e scultore fiorentino Filarete, fu inviato dai Medici alla corte di Francesco Sforza, duca di Milano, come portatore della nascente cultura rinascimentale toscana. Durante un secondo soggiorno nella città lombarda scrisse un trattato di architettura, nel quale vengono esposte le sue teorie sui "modi e misure dello hedificare". La città dovrà sorgere in un luogo ideale, la valle dell'Inda, attraversata da un corso d'acqua e riparata dai venti.La costruzione dell'intera città viene pianificata con i tempi di lavoro, i materiali da usare e le maestranze da impiegare ( dodicimila maestri e ottantaquattromila lavoranti ).La data di inizio dei lavori viene stabilita da un astrologo e la stessa pianta stellare deriva probabilmente da motivazione di ordine cosmico - geografico ma anche da problematiche legate alla migliore difesa della città. La pianta presenta uno schema urbano di tipo radiale.la forma è una stella, generata dall'intersezione di due quadrati ruotati di 45° ed iscritta entro un fossato circolare: nelle otto punte di questa figura sono poste altrettante torri e negli spigoli rientranti otto porte, dalle quali otto strade radíocentriche conducono alla piazza centrale porticata, di forma rettangolare. sulla quale si dispongono gli edifici destinati alle funzioni civiche più importanti, cioè gli spazi per le attività governative, amministrative, religiose ed economiche.

L'intero progetto è riportato sotto forma di dialogo tra il principe ( Francesco Sforza ) - da cui deriva il nome della città- e il progettista ( Antonio Averulino, detto Filarete ) nel codice Magliabechiano, pubblicato per la prima volta da W.von Ottigen nel 1894 " Tractatus ".
" le mura prima ottangulate saranno, grosse
braccia sei; et alte voglio che siano quattro
volte quanto sono grosse. Le porte saranno
negli angholi retti; poi le strade si partiran-
no dalle porte, et andranno tutte al centro.
E quivi farò la Piazza, la quale sarà per la
lunghezza uno stadio, e pel largo sarà mez-
zo stadio. E in testa sarà la chiesa cathedrale
con le sue appartenenze....
Lungo le strade si aprono otto piazze, collegate da un percorso circolare concentrico, che ospitano mercati specializzati (in quelle verso oriente ed occidente, paglia e legname, a settentrione olio e altre cose, a meridione grano e vino; ed in ciascuna, secondo la necessità, ci saranno vendite di carne e varie attività). Altre strade radiocentriche collegano la piazza centrale con le torri, e su queste si troveranno altre piazze, nelle quali saranno collocate le chiese parrocchiali e quelle dei conventi.

Le strade radiali che conducono alle piazze di mercato sono costeggiate da un sistema di canali collegati al fiume esterno. che poi si riuniscono ad anello intorno alla piazza principale: la funzione di queste "vie d'acqua" è quella di permettere in modo economico il trasporto delle merci. Un'idea, questa, certamente ripresa da Venezia e che sarà ulteriormente sviluppata da Leonardo.La piazza centrale è un rettangolo nel rapporto tra i lati di 1:2 (centocinquanta braccia per trecento). Intorno a questo spazio maggiore, alle cui estremità sorgono il palazzo dal principe e la cattedrale con l'episcopio, si aprono due piazze minori. sulle quali si affacciano gli altri edifici pubblici: il palazzo del comune, il palazzo del podestà, quello de capitano, la prigione. la dogana, la zecca, il macello, bagni pubblici. locande e il lupanare; inoltre le due piazze ospitano rispettivamente il mercato dei generi alimentari e quello delle altre merci. Il trattato prosegue con una descrizione analitica degli edifici principali, che sono anche illustrati, nella versione del codice Magliabechiano di Firenze, con fantastici disegni autografi: una torre diventi piani, che sorgerà nel centro della piazza, dall'alto dell quale "si discernerà tutto il paese". la cattedrale, a pianta quadrata con quattro campanili negli angoli e una cupola al centro; l'ospedale, che riprende il modello dell'Ospedale Maggiore di Milano progettato dallo stesso Filarete.

Per le problematiche affrontate anche in certo dettaglio, seppur in passi del trattato non corrispondenti a possibili e concreti sviluppi, Sforzinda appare un punto d'incontro tra città ideale e città reale.

E' forse la prima volta che si parla in termini di zone specializzate allo sviluppo di certe attività; vengono prese in considerazione orientamenti e venti dominanti; si differenziano flussi di traffico con l'uso di corsi d'acqua specializzati per il traffico mercantile disposti parallelamente alle vie tracciate sul terreno; vengono teorizzate, se pur non rispondenti scientificamente, soluzioni di ingegneria antisismica per le costruzioni di importanza pubblica; si predispone una distribuzione dei servizi principali della città per un migliore servizio al cittadino. Dalla descrizione delle opere, della intenzioni progettuali, Sforzinda più che una città del sogno o "ideale" appare come una metafora della città dentro cui leggere indicazioni concrete per la pianificazione urbana e territoriale.

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