sabato 16 novembre 2013

I minareti della stazione Termini

L'impiegato, lo studente, il turista, l'operaio, il manager entrano tutti insieme a Roma navigando nel fiume di binari, fra periferie verdi e marroni e case gialle di sei piani, tangenziali sopraelevate e murales bianchi e neri. Il rumore del treno che passa sugli scambi gli fa preparare borse e zaini, e guardare i finestrini. Nel caos visivo della Roma dai mille quartieri, le torri-serbatoio della stazione sono l'annuncio dell'arrivo. Due cilindri di marmo, con la scala elicoidale che si arrampica con un moto geometrico e lento come è ormai il treno: sono il più bel punto di riferimento che ci sia. Tutti, seguendo con l'occhio quella forma metafisica e irreale tanto è pura, si rendono conto della fine del viaggio e dell'inizio del lavoro. 
Due oggetti che materializzano lo stesso pensiero in un milione di persone ogni giorno.

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