giovedì 26 marzo 2015

Cueva de las manos, Argentina


Che cosa fa sì che l'uomo sia uomo? In che modo possiamo giudicare
che un determinato segno sia testimonianza della sua presenza? Allo stesso
modo del poeta John Keats davanti ad un'urna greca, ci soffermiamo di
fronte all'evidenza della presenza dello spirito umano. La “Caverna delle
mani” in Argentina sfida tutte le nostre idee sull’uomo, su ciò che ci
aspettiamo da lui, su ciò che di lui immaginiamo quando pensiamo al
nostro passato e alla nostra origine. Ci pone davanti a un mistero. Datata
attorno al 9,000 a.C., ha la particolarità di non presentarci un disegno
isolato, ma la persistenza di un gesto: ripetutamente, come se fosse la
prima volta, come se non perdesse nulla del suo significato nel suo ripetersi,
come se la sua novità fosse sempre garantita. E niente ci nega che
ogni gesto sia genuino; al contrario, lo sottolinea in un modo che va oltre
la nostra immaginazione. La sua persistenza è l'antidoto contro qualsiasi
tipo di concettualizzazione, come se, parlando di una mano, dicessimo
“che è sempre una mano, ma mai questa mano”. Che siano rappresentazioni
magiche può essere un fatto eccezionale, ma ciò che è veramente
sorprendente è la loro totale fiducia nella scoperta della propria unione
con la realtà, proprio nel racconto di un vincolo tra la realtà e la rappresentazione,
senza il dubbio o la possibilità del fallimento, quasi come se
il vincolo che li unisce fosse così saldo da poter sfidare qualsiasi tipo di
prova. Guardando la “Caverna delle mani”, ci viene da pensare che parte
dell'opera rimanesse impressa nell'uomo stesso, mantenendo un vincolo
segreto, misterioso, che agiva in modo nascosto ma evidente a tutta la
comunità. Questa unità che ci racconta può sembrarci semplice fantasia,
rappresentazione o mito superato. Non importa. Il desiderio di abbracciare
la realtà così come abbracciamo un amico non ha perso attualità da
allora, e quelle mani ci dicono che ci sono stati altri che si sono affidati a
questo desiderio.

Carlos C., da The Others International, anno diciottesimo, n. 18

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